Le filosofie di tecnica

Kaizen

Filosofia software

Filosofia Kaizen e Software: la tradizione orientale aiuta il mondo del business

La filosofia Kaizen ci insegna come il processo di cambiamento si fondi sulla sommatoria di minuscoli passi volti al miglioramento, i moderni studiosi di economia ci insegnano come applicarla all’ambito aziendale. Il risultato? Lo sviluppo delle imprese attraverso l’efficientamento dei processi di produzione.

Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare
[Ben Herbster]

La filosofia Kaizen viene trapiantata nella nostra porzione di globo direttamente dall’oriente: deriva infatti dalla filosofia giapponese, e dalla lingua nipponica trae la propria etimologia. Kai significa “miglioramento, cambiamento”; Zen si traduce invece come “buono, migliore”. In poche parole, si tratta di un principio di crescita lenta, ma costante. Questa ideologia si staglia violentemente contro l’idea di innovazione propria del mondo occidentale, in cui il cambiamento implicato dal progresso è qualcosa di immediato e di rivoluzionario. Lo sconvolgimento improvviso che ci si aspetta da una trasformazione è infatti ben lontano da ciò che propone la filosofia Kaizen: ciascuno, identificando un problema organizzativo o operativo, può agire in modo non invasivo per apportare una modifica che determini un miglioramento. Si tratta di piccoli cambiamenti che non comportano ingenti investimenti di denaro o stravolgimenti delle logiche interne dell’azienda, ma che reiterati caso per caso da soggetti diversi e per lungo tempo, portano a una complessiva evoluzione del sistema in gioco.

La filosofia Kaizen è un principio di miglioramento costante e senza fine: ciascuno, in una catena di azioni volte a un risultato, può apportare delle piccole modifiche operative non sostanziali che abbiano l’effetto a lungo termine di un complessivo miglioramento del sistema.

La filosofia Kaizen nella piccola e media impresa

Con l’applicazione della filosofia Kaizen si sposta il focus dalla ristrutturazione finanziaria, spesso attuata per la risoluzione di problemi di varia natura che si verificano all’interno di un’azienda, a quella operativa. Più che sul prodotto, risultato finale di una serie di passaggi concatenati, l’attenzione viene focalizzata sul processo, legando il concetto di qualità a tutta la filiera di produzione, dal fornitore al cliente. È dunque scomponendo ogni processo in una serie di sotto-processi e studiandone lo svolgimento, i punti di forza e i punti deboli, che la filosofia Kaizen può trovare piena espressione: l’aumento della produttività è innescato da considerazioni relative agli aspetti che possono essere migliorati e a quale sia il modo migliore per farlo.

Parti dai piccoli processi e migliora costantemente la tua Azienda, attraverso la filosofia Kaizen.

Parti dai piccoli processi e migliora costantemente la tua Azienda, attraverso la filosofia Kaizen.

Proprio perché si esplica all’interno di un flusso di azioni, la filosofia Kaizen risulta particolarmente adatta alla piccola e media impresa: in questo caso infatti essendoci una gerarchia meno complessa e una comunicazione più rapida tra le parti, il processo di miglioramento step by step è di più facile applicazione e soprattutto, può portare a risultati visibili in un lasso di tempo più contenuto rispetto a realtà più grandi. In che modo? Chiaramente, il meccanismo deve partire dall’alto, ma non nel modo in cui siamo soliti pensarlo. Nessuna direttiva, nessun ordine prestabilito. Il top management deve essere promotore e motivatore di un processo di cambiamento a lungo termine che arrivi a coinvolgere tutti i livelli dell’azienda, in particolar modo quelli alla base. La filosofia Kaizen predilige infatti il know how: coloro che svolgono materialmente i compiti, sono quelli che meglio di qualsiasi altra figura saranno in grado di mettere in luce malfunzionamenti e inefficienze. “Chi fa” è il primo portatore di miglioramento.

Parti dai piccoli processi e migliora costantemente la tua Azienda, attraverso la filosofia Kaizen.

Parti dai piccoli processi e migliora costantemente la tua Azienda, attraverso la filosofia Kaizen.

Proprio perché si esplica all’interno di un flusso di azioni, la filosofia Kaizen risulta particolarmente adatta alla piccola e media impresa: in questo caso infatti essendoci una gerarchia meno complessa e una comunicazione più rapida tra le parti, il processo di miglioramento step by step è di più facile applicazione e soprattutto, può portare a risultati visibili in un lasso di tempo più contenuto rispetto a realtà più grandi. In che modo? Chiaramente, il meccanismo deve partire dall’alto, ma non nel modo in cui siamo soliti pensarlo. Nessuna direttiva, nessun ordine prestabilito. Il top management deve essere promotore e motivatore di un processo di cambiamento a lungo termine che arrivi a coinvolgere tutti i livelli dell’azienda, in particolar modo quelli alla base. La filosofia Kaizen predilige infatti il know how: coloro che svolgono materialmente i compiti, sono quelli che meglio di qualsiasi altra figura saranno in grado di mettere in luce malfunzionamenti e inefficienze. “Chi fa” è il primo portatore di miglioramento.

Questa particolarità, che si discosta dagli schemi classici in cui le direttive provengono dall’alto e ci si limita a un’esecuzione a cascata di mansioni preconfezionate, porta come effetto collaterale positivo un maggiore coinvolgimento dei dipendenti, che si sentono incentivati a partecipare alla vita aziendale e coinvolti personalmente negli eventuali successi del business di cui fanno parte.

Il principio fondante della filosofia Kaizen è particolarmente adatto alla piccola e media impresa: dove il flusso di azioni dal basso verso l’alto è più rapido, il processo di cambiamento e miglioramento risulta semplificato e più efficiente, portando un’evoluzione del sistema riscontrabile in un tempo minore.

E cosa c’entrano i software?

Dopo questa full immersion nella filosofia orientale e nelle sue implicazioni nel business dei nostri giorni, la domanda sorge spontanea: cosa ha a che fare la filosofia Kaizen con l’utilizzo dei software aziendali?

Beh, la risposta è di facile intuizione: il principio di miglioramento continuo può essere applicato anche alla direzione dei software gestionali, garantendo quindi un’efficienza sempre crescente. La filosofia Kaizen in questo caso incrementa la produttività del singolo dipendente, portando alla semplificazione di processi ormai sterili per mancanza di spirito di iniziativa. È fondamentale infatti che ogni utilizzatore dei software gestionali, riscontrata un’inefficienza o un malfunzionamento, lo faccia presente e qualora ritenga di conoscere un modo migliore per affrontare la stessa problematica, proponga la propria soluzione. Nel caso specifico di programmi informatici, sarebbe ideale che i dipendenti fossero dotati di una certa autonomia operativa e decisionale: è molto utile che vengano organizzati dei corsi che illustrino l’esatto funzionamento di ogni software e forniscano delle nozioni base di programmazione per la modifica dei processi e delle funzioni. In questo modo, nel momento in cui venisse individuato un aspetto migliorabile, il singolo individuo potrebbe prendere l’iniziativa e dare il proprio contributo senza dover dare inizio a una scalata gerarchica infinita per ottenere l’approvazione dall’alto. Il tutto, sempre secondo il principio di effettuare modifiche poco invasive e che non sconvolgano l’organizzazione aziendale e la struttura generale dei singoli processi. In definitiva, ogni utilizzatore di un programma per la gestione aziendale, anziché interfacciarsi passivamente allo svolgimento del proprio compito e alla rilevazione di eventuali errori, dovrebbe porsi le seguenti domande:

  • Cosa ha di sbagliato questo modus operandi?
  • Cosa mi è più faticoso fare e per quale motivo?
  • Quale può essere il mio contributo al miglioramento di questa procedura?

Se ciascuno si facesse queste domande e applicasse materialmente quanto emerso dalle risposte, si inizierebbe un processo di crescita e di evoluzione senza fine, il cui risultato sarebbe visibile sia in termini di velocizzazione dei processi, sia in termini di efficienza del singolo individuo.

L’applicazione della filosofia Kaizen alla gestione dei software aziendali prevede che ciascun utente, individuato un problema o un malfunzionamento, lo segnali e, in un contesto di maggiore libertà operativa e decisionale del singolo dipendente, apporti una modifica non sostanziale volta al miglioramento complessivo del sistema.

Conclusioni

La filosofia Kaizen è un principio di miglioramento lento ma costante, che se applicato ai moderni modelli di business può portare a buoni risultati in termini di aumento di produttività ed efficienza dei processi. Si basa sull’idea che ciascun individuo incaricato di svolgere un compito specifico, porti il proprio contributo qualora riscontri un malfunzionamento o un’anomalia. Riportato all’utilizzo dei software gestionali aziendali, questo principio fa sì che il singolo utilizzatore possa intervenire proponendo un miglioramento non invasivo e che non sconvolga l’organizzazione aziendale, volto alla semplificazione del processo complessivo.

Per poter garantire una maggiore applicabilità di questa filosofia, sarebbe auspicabile che i singoli operatori e dipendenti possedessero una conoscenza più approfondita dei programmi che utilizzano e avessero minime competenze tecniche per la riprogrammazione o la modifica di alcune funzioni di base.

Opensource

C'è bisogno di una filosofia? Ma soprattutto perché Open Source?

Open Source è una rivoluzione: un modo nuovo di concepire la creazione e la distribuzione del software e un inedito modello commerciale, come dimostrato dagli innumerevoli echi nello sviluppo dell’informatica.
La “rivoluzione” di Open Source si è sviluppata parallelamente a quella di Internet, con il quale ha più di una analogia: entrambi i movimenti si sono evoluti con il contributo degli utenti, portando a risultati imprevisti e imprevedibili, ed entrambi sono risultati (in ordine cronologico) inattesi, sottovalutati, avversati, studiati e infine considerati dalle grandi aziende tradizionali.
Aggiungete pure che in qualche modo Internet stesso può essere considerato un prodotto di Open Source.

le regole di Open Source

Le regole di Open Source sono semplici, e si presentano all’apparenza come una carta dei diritti dell’utente del software:

1) l’utente ha il diritto di accesso al codice originale e completo del software che utilizza;
2) ha il diritto di modificare il software, anche per creare nuovi programmi;
3) ha il diritto di fare copie del programma originale e di distribuirle, anche a pagamento.
Una regola accessoria ma essenziale è che la licenza di Open Source si estende al nuovo software che viene in questo modo creato.

Se a prima vista le regole dell’Open Source possono apparire permeate di utopia da hacker, nella realtà costituiscono al contrario un nuovo ed efficace modello economico di distribuzione del software e un potente mezzo di sviluppo informatico.

La proposta Open Source nasce da diverse considerazioni. La prima è di carattere accademico: i destinatari primi del modello Open Source sono state le strutture universitarie, abituate per impostazione mentale e ai fini dello sviluppo scientifico e tecnologico, alla libera condivisione delle informazioni. Studenti e docenti sono abituati a lavorare a progetti comuni, a scambiarsi il codice e a modificarlo.

Mal volentieri la comunità degli hacker (“uno che ami programmare e a cui piaccia essere bravo a farlo”- Richard Stallman) accetta le limitazioni a cui sono sottoposti dal software commerciale.

Se un sistema ha un difetto l’hacker cerca di aggiustarlo, se c’è un limite cerca di superarlo. Se il driver di una stampante è incapace di fornire una funzione determinante per il proprio lavoro, l’hacker vorrebbe modificare il codice del driver per renderlo più efficace.

Inoltre esistono considerazioni di carattere scientifico: la mancata trasmissione delle conoscenze provoca l’inaridirsi della ricerca. Un mondo di utenti che utilizzi un solo sistema operativo proprietario e dipenda dai programmi che gli vengono messi a disposizione è un mondo destinato a non svilupparsi e progredire, così come sarebbe stata la comunità scientifica se le nuove idee nel campo della chimica e della fisica fossero sistematicamente state tenute segrete. Pensate a Newton che anziché comunicare la sua legge della gravitazione universale avesse preferito vendere consulenze all’esercito per mettere a punto i cannoni.

Infine, importantissime, considerazioni di carattere economico: esiste una metafora ricorrente nei manifesti Open Source, quella delle leggi e degli avvocati. La legislatura è libera da copyright, le leggi possono essere liberamente consultate, utilizzate e diffuse, e così pure la giurisprudenza che nasce dal lavoro di brillanti legali. Gli avvocati non hanno diritti d’autore sulle sentenze e sull’uso che se ne farà nella legislazione, ma ciò nonostante la categoria degli avvocati è una delle più ricche nel mondo occidentale, sia in senso letterale, sia di mezzi che di strumenti.

I programmatori non si arricchiscono facilmente con il modello commerciale tradizionale, proprietario. Le software house nascono e chiudono, e sono per lo più destinate al fallimento. I casi in cui riescono sono una minoranza. Robert Young (vedi oltre) paragona la situazione a quella dei cercatori d’oro della California del XIX secolo: molti cercavano ma pochissimi si arricchivano. I pochissimi che trovavano una vena funzionavano da attrattiva per gli altri, come nel caso del vincitore di una lotteria. Così i programmatori cercano di lavorare e distribuire software proprietario sulla visione del successo di poche aziende come Microsoft, più che su un modello effettivamente redditizio.

i vantaggi di Open Source

Quali vantaggi avrebbe uno sviluppatore di software a distribuire il proprio lavoro attraverso le regole dell’Open Source?

In questi ultimi venti anni i vantaggi sono stati enormi. Linux è un sistema operativo compatibile con Unix, il cui successo si fa in questi giorni esponenziale, fino al punto di essere il sistema operativo più utilizzato dai server web, ben davanti alla posizione ottenuta da Windows NT di Microsoft. Windows NT è costato molti anni e milioni di dollari alla software house più ricca del mondo. Linux è stata creato nel 1991 ad uso personale dallo studente finlandese Linus Torvald allo scopo di poter far girare un sistema operativo Unix sul proprio PC 386. Il lavoro su Linux è stato integrato da una enorme quantità di utenti del sistema operativo stesso nel corso di questi anni, ed oggi ha attratto il software di case del calibro di Corel, Sun, Netscape e l’hardware di IBM stessa. Linux è il più frequentemente aggiornato e corretto sistema operativo al mondo, ed esistono diverse distribuzioni commerciali ben funzionanti di esso.
Il già citato Robert Young di Red Hat (l’azienda di maggior successo commerciale nella distribuzione di Linux) porta l’esempio di Grant Günther e della sua Empress Software. Günther decise di utilizzare per la propria azienda il sistema operativo Linux, ma aveva necessità di utilizzare i dischi Zip, che Linux non prevedeva. Günther dedicò per quello scopo qualche giorno a creare un driver per far funzionare il disco Zip, per il proprio bisogno individuale, e in quel modo quel driver entrò a far parte del sistema operativo. Se Red Hat, o qualsiasi altra azienda commerciale, avesse dovuto commissionare quel lavoro alla Empress Software avrebbe dovuto sborsare qualche decina di migliaia di dollari. Invece il driver è in questo modo, “open source”, disponibile all’intera comunità del nuovo sistema operativo, oltretutto con il codice a disposizione di chi lo voglia migliorare, e questo senza che il suo autore abbia dovuto lavorare per filantropia.

un nuovo modello economico

In pratica scrivere un programma Open Source offre la garanzia all’autore, se si tratta di un buon programma, di usufruire del lavoro e dell’assistenza di una quantità di altri programmatori, esperti ed entusiasti sparsi per il mondo. Chiunque ha il diritto di distribuire quel programma, ma l’autore avrà pur sempre la possibilità di installare ai propri clienti un programma assai più perfetto di quanto avrebbe mai potuto creare, e di farsi pagare per questo e per l’assistenza. Molte aziende di successo sono nate attorno all’Open Source. Red Hat Software è un enorme distributore di una versione completa di Linux a cui ha assegnato il proprio nome. Red Hat raccoglie i più utili programmi per Linux, li completa con un installer il più possibile semplice da utilizzare e li fornisce all’utente finale come prodotto completo e funzionante.
Caldera è un altro distributore molto popolare soprattutto fra le aziende. Cygnus si occupa di assistenza e offre con il suo software un contributo determinante allo sviluppo di Linux, per esempio con la creazione di un popolare compilatore.
Oltre ai grandi nomi di chi ha “vinto la lotteria” ci sono migliaia di programmatori che offrono consulenza alle aziende che utilizzano Linux, selezionando, perfezionando o creando dal nulla il software a seconda dei bisogni.
Infine esistono fondazioni, la più nota delle quali è la Free Software Foundation con il proprio programma GNU, che lavorano allo sviluppo del free software solo per supporto alla riuscita dell’idea.

la storia di Open Source

La Free Software Foundation costituisce la scintilla da cui l’intera cosa nota come Open Source ha preso l’avvio. Come fa notare il suo creatore, il folcloristico Richard Stallman, che è al tempo stesso un ottimo programmatore, un guru per la comunità degli hacker, un filosofo e decisamente una lucida mente di visionario, il software nelle istituzioni accademiche è sempre stato libero. Nel 1984 Stallman, oppresso dai limiti che il software proprietario stava portando alla comunità dei programmatori, decise di mettere in piedi il progetto GNU per la creazione di un sistema operativo che fosse al tempo stesso libero e migliore degli altri. Al tempo stesso enunciò i principi del Free Software (“free” come libero, non necessariamente come gratis), che sono quelli su cui ancora oggi si basa il modello Open Source. Il contratto GPL (Licenza Pubblica Generale GNU) è il più efficace e universale applicabile al software libero.
Il kernel del sistema operativo GNU ancora oggi non esiste, ma sono stati creati tutti quei programmi che hanno rivestito il Linux di Torvald e che si trovano in ogni distribuzione del sistema operativo. In particolare da GNU sono stati creati, fra gli altri, Emacs (uno straordinario editor) e recentemente Gnome, un’interfaccia grafica per Linux che quando sarà terminata dovrebbe competere con quella di sistemi operativi come il Mac OS.
Stallman ha anche coniato il termine Copyleft in alternativa a Copyright, perché lascia il diritto di copia (“copy right”) nelle mani dell’utente.
La posizione di Stallman ha creato molta simpatia nella comunità degli hacker, specie dalla disponibilità di Linux in avanti, ma non è risultata altrettanto popolare nelle aziende tradizionali, in cui la perdita dei diritti sul proprio codice suona come una posizione antieconomica.
Anche per questo motivo quando alcune aziende cominciarono ad interessarsi alle possibilità aperte dal modello del free software (per esempio Netscape) Eric Raymond e Bruce Perens misero assieme la Open Source Definition che oltre a rendere un poco più flessibile il punto di vista sulle licenze, sostituiva la parola “free” con quella “open”.

Approfondimenti

internet: esempi e approfondimenti

“Opensources, voci dalla rivoluzione Open Source” www.apogeonline.com
Vedi anche i due articoli fondamentali di Eric Raymond:
La cattedrale e il bazaar
La vendetta degli hacker

letteratura

Spaghetti Hacker: Stefano Ciccarelli e Andrea Monti - Apogeo Editore
I manifesti di Open Source possono essere letti su www.apogeonline.com/openpress/libri/545
 

internet: esempi di "opensourcing"

 
Per queste ragioni tecnica implementa ove possibile soluzioni Open Source. Nell'interesse del cliente, per facilitare future manutenzioni, evitare costi di licenza periodici, per permettere a chiunque di migliorarne le funzionalità ed evitare di sottostare alle regole di mercato dell'azienda produttrice del software
 
 
alternativa, applicabile, approfondimenti, articoli, assistenza, avanguardia, azienda, aziende, cliente, clienti, codice, commerciale, commerciali, compatibile, competere, compilatore, completa, completo, comuni, comunicare, condivisione, conoscenze, consulenza, consulenze, contratto, contributo, copia, copie, copy, copyleft, copyright, corso, costi, creare, creati, creato, creatore, creazione, diritti, diritto, dischi, disco, distribuire, distributore, distribuzione, distribuzioni, docenti, driver, economico, editor, editore, efficace, emacs, empress, esclusiva, esempi, esempio, esercito, esperti, esponenziale, essenziale, estende, evoluti, facilitare, facilmente, filantropia, filosofia, filosofo, fini, fisica, fondamentali, fondazioni, fornire, free, funzionalità, funzionante, funzionanti, funzionare, funzionavano, funzione, future, garanzia, giurisprudenza, gnome, gnu, gpl, grafica, grant, gratis, guru, hacker, hardware, hat, house, ibm, idea, idee, implementa, inedito, informatica, informatico, installare, installer, interfaccia, internet, kernel, lavorare, lavoro, legali, legge, leggi, legislatura, legislazione, letteratura, libera, liberamente, libero, libri, licenza, licenze, limitazioni, limite, limiti, linus, linux, mac, manutenzioni, marchi, mercato, metafora, mezzi, mezzo, microsoft, migliorare, migliorarne, migliore, milioni, modello, monti, movimenti, nasce, nascono, nate, necessità, netscape, newton, open, openpress, opensource, opensources, opensourcing, operativi, operativo, ordine, os, ottimo, pagamento, pagare, pc, perfetto, periodici, popolare, posizione, potente, principi, prodotto, produttori, produttrice, professionali, progetti, progetto, programma, programmare, programmatore, programmatori, programmi, progredire, proposta, proprietà, proprietario, pubblica, puro, quantità, realtà, red, redditizio, regola, regole, rendere, ricca, ricche, ricerca, right, risultati, riuscita, rivoluzione, scientifica, scientifico, scopo, scrivere, sentenze, server, sistema, sistemi, software, source, spaghetti, stallman, stampante, stati, stato, stefano, straordinario, strumenti, strutture, studente, studenti, studiati, successo, svilupparsi, sviluppata, sviluppatore, sviluppo, team, tecnica, tecnologia, tecnologico, tempo, termine, terzi, titolo, torvald, tradizionale, tradizionali, trasmissione, trattati, universale, universitarie, unix, uso, usufruire, utente, utenti, utili, utilizza, utilizzando, utilizzano, utilizzare, utilizzate, utilizzato, utilizzi, utopia, vantaggi, vendere, versione, vincitore, vinto, visionario, visione, web, windows, www, zip